Sapreste dirmi che cosa hanno in comune una manciata di gettoni dell’autolavaggio, due cuscini ed una trapunta pieni di piume, ed una partita persa 17-18 giusto all’ultimo istante?
Spero di no.
Saltasse fuori l’argomento in questione, l’unica cosa che mi resterebbe da fare sarebbe trasferirmi a Knockturn Alley per provare a vendere il Fentanyl a quei fetenti dei Death Eaters.
Magari indossando nient’altro se non una divisa dei Wildcats ed una parrucca afro con un labirinto impossibile di ricci, magari dando un colore più scuro al mio viso, e magari presentandomi a tutti come Sir Chad Danforth.
♫You gotta get’cha, get’cha, get’cha, get’cha head in the game, woo!♫
Ed una generosa spruzzata di Bleu De Chanel?
Per forza!
Probabilmente anche in un posto del genere, così tenebroso e malfamato, sarei comunque capace di passare più tempo in bagno di quanto ne passerebbe una bella e boriosa principessina di sto…
Comunque potreste provarci anche voi, almeno ogni tanto, a darvi una bella sciacquata, eh?
Con tutto il rispetto, sia chiaro.
Da qualche parte dovevo pure incominciare a scrivere.
Quel countdown non rispettato ha dato parecchio fastidio anche a me, ve lo posso giurare.
Non sto cercando di giustificarmi, non avrebbe nessun senso, ed in tutta onestà davvero non ne sento proprio il bisogno.
Semplicemente mi dispiace, mi dispiace di non essere stato bene al punto da fare fatica a mettere in fila le parole di quel racconto, al punto da fare fatica a donare a quella storia il giusto peso che per me senz’altro si meritava.
Ho scelto di eliminare la bozza dalla cartella “drafts” quasi come quando stai mixando un pezzo e gira male, quasi come quando ti accorgi che non lo stai portando da nessuna parte, e quasi come quando decidi che “to start from scratch” sia la soluzione migliore tra tutte quelle che hai a disposizione, o forse l’unica strada davvero percorribile per non farti troppo male.
Verrà il momento.
Ad ogni modo, vedere come ultimo articolo pubblicato quella fregnaccia di parafrasi fatta a mo di lagna di 3 libras iniziava ad irritarmi e non poco.
E mancano ancora diversi giorni alla pubblicazione della mia classifica ’25.
Serviva una soluzione.
Non ci saranno altri racconti su questa pagina da qui a fine anno, dunque volevo cogliere l’occasione di fare insieme a voi un saldo dell’esercizio 2025.
«Che cazzo hai detto?»
Ho riletto un po’ di cose, mi sono immerso nuovamente in quelle storie come spesso mi capita di fare quando è il momento di chiudere un capitolo.
Trovo sia giusto tenere per me le mie riflessioni, più che altro perché non sono ancora del tutto convinto di saper scegliere con attenzione cosa sarebbe meglio condividere con voi e cosa no.
Ma sento di dovervi dire grazie.
…a voi che quest’anno siete stati tra i protagonisti principali di queste storie.
Senza tutti questi momenti vissuti insieme avrei dovuto scrivere di altro, e probabilmente lo avrei anche fatto, ma non sarebbe mai stato lo stesso.
Grazie per aver donato parole e colori a questi racconti.
In ordine alfabetico, così non me la menate con gelosie e cazzate varie ed eventuali…
Alessandro Baldiati, Andrea Egeste, Angelo Calza, Angelo Ganfi, Antonella Massini, Cuono De Micco, Daniele Rossi, Diego Montanari, Giovanni Marday, Giovanni Nastrucci, Giuliana Calabrese, Mattia Bragoli, Milena Maggi, Samuele Maggi, Simona Tiano, Simone Rossi, Tiziana De Micco.
A voi dedico con tutto l’amore che posso proprio QUELLA espressione gergale, tipicamente napoletana, e che significa letteralmente “in bocca a tua madre”.
Hai già capito, vero?
Molto bene!
Inutile aggiungere altro.
Non sono più capace di “carinerie over-sensitive” da un po’, nessuna novità.
Cercate di accontentarvi, se potete.
Altrimenti: fotte!
Ci si vede il 31 con una classifica confezionata a regola d’arte, quindi tenetevi forte.
VEEENTIDUUUEEEEE!
Your Favorite Milk Delivery Boy.
P.S.: anche lo Zymil da 250ml misura all’incirca 14cm, lo sapevate?
Facilmente digeribile, buona portatilità, aspetto grazioso…
Alcune clienti lo preferiscono così.
Certe lamentele dovreste davvero tenervele per voi, just sayin’