Giorno 5

Non c’è davvero nulla da rimproverare ai nostri valorosi campioni.

Con ogni respiro hanno cercato di combattere, di affrontare questi primi giorni, già così difficili, mostrando tanto coraggio, portando i loro cuori al di là dei limiti delle loro stesse capacità…

Ma la sua assenza è diventata, ora dopo ora, sempre più simile ad un dolore lancinante, quasi insopportabile.

Ecco quindi la resa, la sconfitta inevitabile, ed infine anche il loro respiro se ne è poi andato via con lui… (esatto, proprio come accade tra le parole di quella canzone del 🐐)

Sir Giovanni ora vaga per il suo reparto come fosse un’anima in pena.
La stanza dei polli ha decisamente l’aspetto di una chiavica, e colui che un tempo aveva tutte le sembianze di un misterioso cavaliere incapace di provare paura, l’audace difensore delle mura di Sæglópur, in questo periodo ricorda parecchio di più invece la Madame Bovary di Gustave Flaubert… sedotta e poi abbandonata, con il suo povero cuore mandato in frantumi.

Se possibile, il Milk Delivery Boy è messo anche peggio:
La corsia due è ridotta ad un cesso, glissiamo sulla testata delle uova, ed in tutto questo lui cosa fa? Se la rutta e se la bestemmia neanche fosse un chierichetto impazzito durante il giorno delle cresime al Corpus Domini.
La Simo giura di averlo visto addirittura piangere, inconsolabile, mentre stava sbustando un collo di Teneroni come fosse stato il tesoro più prezioso del mondo.

Buoni in culo, o almeno così dicono…

G.: “Ciao Brunello, come stai?”

B.: “E come dovrei stare, Gio? Mi sento come quando ne farei su volentieri una, ma mi ritrovo con la zuccheriera completamente vuota.”

G.: “Posso capire, niente ha più un senso qui. L’altro giorno, mentre stavo servendo al banco, mi si presenta un tipo tutto pale e prote con su una t-shirt di One Piece, Sanji in bella vista tra l’altro… quando ho capito che non era lui, ti giuro che stavo per lanciargli dietro una bresaola. Che infame!”

B.: “Non parlarmi di anime, te lo prego… fa troppo male! Stavo dando un’occhiata a cosa ci sarà al Lucca Comics di quest’anno e, come un fulmine in un cielo senza nuvole, mi è tornato in mente un episodio… la prima volta che gli ho visto passare l’indice lungo i confini della sua Jawline. Per poco non mi prende un infarto. Da strapparsi i capelli!”

G.: “Ma tu mica ce li hai i capelli…”

B.: “E tu sei un po’ n***o, lo sai, sì? Non è che c’è sempre da sottolineare proprio tutto tutto…”

G.: “Vai in culo! Comunque, hai portato le ciabatte?”

B.: “Certo che sì! Ho preso su anche degli odd-socks colorati… spero vadano bene.”

G.: “Sono perfetti! Allora coraggio, my dawg… andiamo!”

B.: “Daje!”

Tratto da “In Absentia” di Giovanni Marday e Bruno De Micco.
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