Further Down The Spiral / Just The Way You Are

Further Down The Spiral.

Stessa fossetta sul lato sinistro del viso.
Così simile a me.
Così completamente un’altra cosa.
Giuro, non lo posso vedere.

Occhiaie profonde, di quelle che di solito vedi disegnate in faccia a chi non sa cosa voglia dire dormire.
Sembra quasi non lo faccia mai, sembra quasi non ne sia capace.

E se ne sta con le spalle appoggiate al muro in fondo alla stanza, cappuccio tirato su, sulla sua testa rasata, a nascondergli parzialmente quei lineamenti che conosco molto bene.
Espressione divertita, da coglione, stampata su quella faccia e come dipinta da qualche demone come lui, la stessa faccia che vedo ogni volta mentre passo davanti ad una superficie in grado di riflettere le immagini.
Braccia conserte, incrociate sul petto, ma non penso affatto sia un atteggiamento di auto-difesa.

Come se potessi difendermi da lui, poi.

Parla molto lentamente, scandendo bene le parole e prendendosi diverse pause nel loro rincorrersi.
Come per dargli il giusto peso, come se studiasse a fondo la situazione per poi colpire, forte e velocemente, dove più fa male.
Ti porta al limite, ti distrugge, ti lascia quasi morto in terra senza poi farlo per davvero.
Perché alla fine ti lascia andare, rimanendo ad osservarti visibilmente compiaciuto di ciò che ti ha appena fatto, mentre tu prendi a fatica una boccata d’aria divorandotela come fosse il tuo primo respiro dopo un lungo coma.

Poi non lo vedi per qualche tempo, e le cose ricominciano a girare.
Metti insieme i pezzi, provi a capire cosa fartene di quelli irrimediabilmente rotti, di quelli che non sembrano più appartenere da nessuna parte, e riparti come meglio puoi.

Di base sto bene, so come stare a galla.
So godermi i bei momenti che ho la fortuna di vivere.
Chiaro, certi danni non li puoi riparare velocemente, e molte cose di me sono ora completamente diverse rispetto al disegno originale.
La chiamo misantropia, solo per sembrare un po’ più forte, ma la definizione del termine ha poco a che spartire con la situazione vera e propria.
Devo mantenere un po’ di distanza tra me e le persone che ho / vorrei avere intorno.
Devo farlo per proteggere entrambe le parti.
Difficile che io ti cerchi, che ti chiami o che ti scriva, tranne in casi limite in cui proprio sento che lo devo fare.
Prendo nomi costantemente anche dal mio cerchio più stretto per questo motivo.
Ma non posso farci nulla.
Non sono tanto capace di ricevere affetto o gentilezze, specialmente dalle persone che davvero mi piacciono un sacco.
Mi sale il magone, non te lo so spiegare.
So di correre il rischio di far credere che non me ne freghi un cazzo, ma non conosco altro modo.
Ripeto.
Devo mantenere un po’ di distanza tra me e le persone che ho / vorrei avere intorno.
Devo farlo per proteggere entrambe le parti.
Ma posso giurartelo: riconosco la sensazione di quando mi sento bene, di quando mi sento vivo, e so quando sono esattamente dove voglio – quando voglio – con chi voglio.
Magari non te lo faccio intuire (a meno che tu non sia Mester, ma qualcuno che riesca a leggerti e a sfotterti con le sue uscite a la “hai ancora la luce negli occhi quando suoni questa roba”, beh doveva pure esserci! 😉), ma capisco perfettamente quando sono in una situazione in cui sto costruendo dei ricordi bellissimi, so apprezzare il momento fino in fondo, respirandolo a pieni polmoni, per poi portarlo con me sotto la pelle.
Per sempre.

Perché comunque prima o poi so che lui tornerà.
Inevitabile.
Si ricomincerà da capo, ed una decina di anni non sono stati uno spazio di tempo sufficiente per capire come tenergli testa.
E lo vedrò nuovamente mentre se ne starà con le spalle appoggiate al muro in fondo alla stanza, cappuccio tirato su, sulla sua testa rasata, a nascondergli parzialmente quei lineamenti che conosco molto bene.
Espressione divertita, da coglione, stampata su quella faccia e come dipinta da qualche demone come lui, la stessa faccia che vedo ogni volta mentre passo davanti ad una superficie in grado di riflettere le immagini.
Braccia conserte, incrociate sul petto, ma non penso affatto sia un atteggiamento di auto-difesa.

Come se potessi difendermi da lui, poi.

“La faresti una cosa per me?”
“Cosa vuoi?”
“Potresti chiedere a tutto di smettere di girare così veloce? Voglio prenderti a pugni.”
“Cosa c’è che non va? Ste cose ti sono sempre piaciute fin da quando eri un pischelletto. Ti ha preso male?”
“Non sto bene. Sembra che il cuore stia battendo fortissimo ma completamente a caso, come fosse scollegato. Sento bruciare in maniera diffusa tutto il torace e non riesco a muovere le braccia. Sto facendo fatica anche solo a parlarti, è come se avessi la lingua gonfia e non fossi più capace di produrre saliva.”
“Piantala, fai ridere. Tra un po’ ti scende ed è tutto a posto.”
“No, sono serio. C’è qualcosa che non va. Via Taverna non è così lontana, forse dovrei chiedere aiuto.”
“Sarei quasi tentato di lasciartelo fare, fosse anche solo per sentire cosa racconteresti ai dottori. Sarebbe divertente.”
“Perché non ti ammazzi?”
“Ti piacerebbe, vero?? La prossima volta prova a chiedere questo mentre esprimi un desiderio con l’ultima Marlboro capovolta nel pacchetto. Se non altro non ti sentiresti costretto a buttarla in caciara con la storia del Superenalotto. Era per coprire un momento over-sensitive, oppure l’hai fatto solo per mantenere intatta la tua reputazione da brutto e cattivo anche con loro?
“L’hai detto davvero?”
“Devo rispondere o facciamo come se?”
“Facciamo come se… Dai, guarda che cazzo di faccia che ho. Come faccio a farmi vedere così?”
“Che problemi ti fai? Hai uno stomaco che fa schifo, ti basta dire che non hai dormito per colpa sua, come già fai spesso. Facile no?”
“Giusto. Facile. Così facile.”

Stessa fossetta sul lato sinistro del viso.
Così simile a me.
Così completamente un’altra cosa.
Giuro, non lo posso vedere.

Just The Way You Are.

Ehi, Ciao!
è da un sacco che non ti scrivo, non sono nemmeno sicuro di averlo fatto mai.
Forse sarebbe stato più adeguato cominciare con un “è da un sacco che non scrivo di te da queste parti”, ma ormai ho iniziato a muovere velocemente le dita sui tasti, ed ho paura che se tornassi indietro, se non scrivessi queste cose di getto, probabilmente lascerei perdere.
Lascio tutto a metà, sospeso tra un racconto ed una lettera aperta che con ogni probabilità non leggerai mai.
Ma fotte.
Come stai?
No, direi di no… non me ne frega proprio un cazzo.
Coincidenza, è stata solo una connessione tra una canzone che ho ri-ascoltato ed un nostro ricordo.
Si tratta del tuo Brunetto Mars.

L’ altro giorno ero al Toys con una mia amica, doveva sostituire un regalo per la sua nipotina, e stavamo girando tra i vari corridoi e scaffali in cerca di qualcosa… più precisamente: lei in cerca di ispirazione per scegliere un articolo, ed io in cerca di ispirazione per violentare al meglio che potevo con le mie barre la canzone che riempiva l’aria in tutto il negozio.
Primi tentativi parecchio goffi, alcuni quasi banali, ma sentivo che poco a poco stavo riuscendo a raggiungere lo scopo.
Poi l’illuminazione, giusto in chiusura della prima metà del ritornello, ed ho sganciato una punchline così forte che siamo quasi entrambi morti sul posto.
Vorrei riportarla qui, ed un po’ mi spiace non poterlo davvero fare, ma ti giuro che è stata de-vas-tan-te, ci siamo abbracciati mentre non riuscivamo a smettere di ridere, e mentre tutte le persone presenti ci guardavano come fossimo due alieni.

Camminavo da solo, musica come sempre, ed ho deciso di ri-ascoltarla per ridermela un po’, consapevole di avere un trascorso con questa canzone, consapevole che avrei rischiato di ricordarmi di te…

“Resta il fatto che ha davvero un fisico pazzesco. Non lo puoi negare.”
“Sì, ho capito. Ma di queste cose dovresti parlarne con la tua cerchia, non con me.”
“Ma sul serio sei geloso di un attore? Ce la fai?”
“Lascia stare per un attimo che sono geloso anche se è un attore, ma mettiti nei miei panni. Come faccio a sentirti starnazzare su quanto ti piacciano quelle braccia quando non entrerei in una palestra nemmeno da morto??”
“Bruno, è un cazzo di vampiro, anzi è un attore che sta interpretando un cazzo di vampiro… ed anche così e così a dirtela proprio tutta. Lui se ne sta in un film, tu sei qui seduto da parte a me.”
“Ok. Ma perché allora stai con me se ti piacciono i tipi così?”
“Oh, Madonna Santa! Ma fai sul serio?”
“Sì, faccio sul serio.”

“Pensa se mi facessi scopare da lui…”
“Brava, accomodati! Intanto ti dico due cose. La prima: stasera ci giochi da sola. E a seguire: fossi in te comincerei ad incamminarmi, che stasera torni a casa a piedi. Sta stronza!”

“Sto con te perché quando vedo il tuo viso non c’è una cosa che cambierei… Perché sei fantastico così come sei!”
“hahahahahahaha! Tre quarti d’ora per rispondere e poi te ne esci con Bruno Mars??”
“Ma daiii! hahahahahahaha. Potevi fare finta di niente e prenderla come una mia frase carina! Non rovinare sempre tutto”
“Allora potevi scegliere qualcosa di più ricercato. Sto pezzo è ovunque!”
“Come se avesse fatto qualche differenza. Potevo scegliere una B-Side di un pezzo inculato dei Cure che tanto mi avresti beccata comunque… Però le penso davvero le parole contenute in quella frase. Posso giurartelo, e so che ci credi anche se fai così.”

Davvero, è molto bello poterti ricordare senza che faccia male, e noi di male ce ne siamo fatti quanto basta.
Probabilmente è grazie a questo momento.
Sto vivendo cose bellissime, sto da Dio.
Oggi mi sento invincibile, per adesso ho isolato il demone, e mi sento leggerissimo.
C’è un cielo illegale, sembra quasi dipinto, non sono sicuro di riuscire a descrivertelo con le parole che conosco…

è come se non fosse ne giorno – ne notte.

Ora però basta, ti sei presa una buona dose di parole, righe e tempo.
Dovrei solo chiederti scusa, ed in realtà dovrei farlo anche con la mia amica del Toys.
Perché non credo che vi lascerò contendere questa canzone nei miei ricordi.
Niente di personale, è solo che questa frase non la ricordavo mica.

Non è proprio così, è sempre stata lì, e forse sarebbe più giusto dire che ho capito solo adesso il suo vero significato.

“… e quando tu sorridi, il mondo intero si ferma e resta a guardare per un po’.”

Perdonatemi se l’ho presa e se l’ho portata completamente da un’altra parte.

E se su sta cosa ci sto ridendo da solo già da qualche minuto ormai.

…finché in giro non diventa casa e la notte non diventa alba.

‘Mocc
Your Favorite Milk Delivery Boy.

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