1 mic 1 take.
E la cosa “divertente” è che davvero penso sia stupendo così…
Quando non ho voglia di spiegare cosa intendo ci scherzo su e mi limito al “queste cose non le capisco, vengo dal punk-rock e mi piacciono le cose semplici.”
Il punto è che più passa il tempo e più faccio troppa fatica a sopportare il concetto di “trying too hard”.
Non lo so tradurre con tre parole, se posso usarne di più: voler mettere in mostra a tutti i costi qualcosa, fino al punto da rendere evidente quanto si stia esagerando, quanto la cosa risulti poi innaturale, a volte ridicola, con il solo scopo di cercare di impressionarmi… quando in realtà magari davvero non me ne frega un cazzo di “impressionarmi” ma avrei preferito “soltanto” emozionarmi.
Quindi devo magari ascoltare dischi così “cosmetici” che una volta asciugati hanno pochissime idee interessanti, canzoni che poi alla fine non mi lasciano niente, cantanti che cercano di fare cose incredibili senza che io alla fine “senta” nulla.
E’ come quando ti capita di leggere qualcosa scritta con uno stile eccessivamente ricercato, così farcita di paroloni e messa giù in maniera così contorta da non capirci quasi più niente, per poi accorgerti della pochezza del contenuto ed uscirtene con un “e quindi?”
Come quando vedi la quarantenne vestita da quindicenne con il solo scopo di apparire figa mentre a me sembra una bucchina e basta.
Come quando vedi persone comportarsi in maniera diversa ed adattarsi per essere parte di qualcosa o di una situazione in maniera così evidente da farmi capire quanto in realtà “non c’entrino nulla”.
Non si può piacere a tutti, e cercare di farlo è ridicolo.
Qui c’è un ragazzo con in mano una chitarra ed un solo microfono per la ripresa.
“e mi conquistò così”.
Non complichiamoci la vita!
Fuck it if they talk
Fuck it if they try and get to us
Cause I’d rather go blind
Than let you down.