Se domani pome potessi fare una domanda davvero cretina alla mia “arredatrice” suonerebbe parecchio tipo: «senti Sabrina, ma in doccia riusciamo a montare un qualcosa che riesca a spegnerti il cervello?»
Sono uno di quelli che di solito se la canta alla grande sotto la doccia, e scommetto che da me ve lo aspettavate, ma spesso mi capita di farmi dei viaggi con delle connessioni che hanno poco senso.
Ho rivisto di recente con una mia amica “The Butterfly Effect”.
L’avevo praticamente rimosso da qualsiasi cassetto della memoria (e meno male, aggiungerei) quindi, invece di lanciarmi in vocalizzi estremi “a la Callas”, oggi in doccia ho passato un po’ di tempo a cercare di capire il potere di Evan.
«E se potessi scegliere tre giorni (metto un limite) in cui tornare indietro a cambiare qualcosa?»
Facile: uno sarebbe a metà gennaio 2007, uno a fine ottobre dello stesso anno, ed uno a metà settembre 2014.
(Prima di prendermi del “romanticone” così a titolo gratuito, vi avviso che solo uno di questi momenti riguarda una relazione, sto parlando di tre situazioni completamente diverse, tre “argomenti” completamente diversi che non vi descrivo solamente per non condizionarvi).
Ma la vera domanda a cui non riesco a rispondere è: «ma lo farei davvero?» o meglio «avrebbe senso non far succedere qualcosa per non doverne pagare le conseguenze ma distruggendo anche dei momenti fantastici?»
Ovviamente non ne sono venuto fuori.
L’unico risultato ottenuto è che (anche a sto giro) ho passato più tempo in doccia di una bella principessina.
Buona serata.