call me maybe.

Potrebbe sembrare la terza puntata della serie “le disavventure del lattaio con l’innamoramento facile”, ma non è così.
Nessuna disavventura o figura da campioncino stavolta.

In breve:
Sabato pomeriggio, in una fascia oraria tranquilla, il nostro eroe stava dando una drizzata alla vetrina prestando più attenzione alla musica di sottofondo del solito.
Dopo le ultime note di “Waiting For Love” di Avicii, e dopo l’immancabile annuncio per ricordare alla clientela che «domenica questo punto vendita resterà aperto» (o per ricordare al povero lattaio che fino a mercoledì avrebbe dovuto alzarsi all’alba) gli proposero “Call Me Maybe” della Carly Rae Jepsen.
E va be.
Pareggia pareggia arrivò fino al settore degli yogurt da bere, ed è lì che sentì una voce che ne stava accennando il ritornello…
«Dai brunetto!» (tra se e se) «dopo il “oh, brava!” e dopo il “certo che questa è proprio brava”, facci un’altra figura delle tue», e quindi si mise a canticchiare sotto voce la canzone, ma facendo finta di essere parecchio impegnato.
A questo punto pensava che la signorina avrebbe smesso o che avrebbe fatto finta di niente… ed invece no!
Lei, forse divertita dalla cosa, eccola che si mise a canticchiare assieme al nostro eroe (con un inglese perfetto tra l’altro), mentre lui… beh… si era appena appena innamorato (di nuovo).
Finita la canzone poi, i due si salutarono con un «buona giornata», «grazie anche a te», e con due sorrisi da cretini stampati in faccia…

Ma pensa te.
That’s all folks, vado a farmi curare.

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